Alla ricerca del gene arcaico del Diamante di Gould

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Alla ricerca del gene arcaico del Diamante di Gould

Ho letto e riletto diverse volte l’articolo di Piergianni Amerio “ Alle origini del diamante di gould“  pubblicato sul sito del club.

Sono rimasto subito affascinato dall’argomento e dai riferimenti alle tavole degli scritti di John Gould, che sono riuscito a reperire subito sul sito http://nla.gov.au/nla.aus-f4773.
Ammirando le tavole ho notato che le osservazioni di Amerio sono facilmente riscontrabili.
Così ho pensato:
se è vero che i geni arcaici del diamante di gould sono duri a morire allora è possibile che nel mio allevamento questi geni siano nascosti ma non scomparsi.
Ho deciso quindi di analizzare, per ora, i soggetti adulti del mio allevamento in attesa che i novelli terminino la muta, cercando di trovare quell’andamento chiaramente spezzato verso l’occhio cui si fa riferimento nell’articolo.
Prendendo spunto anche dall’articolo di Francesco Faggiano “Quale selezione nel diamante di gould – 2^ parte  approfondimenti “ ,  ho deciso di approfondire, nell’ambito delle mie capacità, questo affascinante argomento.
Con grande gioia ho notato che forse questo gene arcaico ha lasciato qualche impronta in un soggetto femmina adulta ed in due femmine novelle tutte TR PV del mio allevamento, ed ho deciso di far vedere le foto allegate all’amico Eduardo Corsini per avere un conforto in merito.
Una delle tre femmine TR.PV.,( nelle foto sopra), fortunatamente, è stata allevata in purezza e proviene da una coppia di  TR. PV. che ho messo in cova per due anni ed ha prodotto tutti i soggetti maschi e femmine TR. PV..
Intendo nel prossimo futuro seguire uno specifico schema di accoppiamenti e cioè, mettere in riproduzione la femmina TR.PV. in consanguineità, seguendo la tabella di Felch, rinsanguare inserendo un soggetto dotato di timoniere centrali abbastanza lunghe cui fa riferimento Amerio nell’articolo de quo.
Spero, così facendo, (i consigli di esperti allevatori di gould, saranno ben accetti MAIL), di ottenere, nel giro di quattro/cinque anni un ceppo che:

  • abbia le caratteristiche del gould nelle sue origini arcaiche, cui fa riferimento Amerio sia per quanto concerne la maschera, sia per quanto concerne la lunghezza delle timoniere centrali
  • generi soggetti omozigoti nel fenotipo TR.PV
  • allevi in purezza.

Quello che mi propongo di fare non sarà certo semplice, anche perché non ho molti anni di esperienza nell’allevamento dei Diamanti di Gould, appena cinque, ma quando c’è passione nelle cose tutto diventa possibile.

In diversi articoli pubblicati su “ GOULD MAGAZINE” abbiamo letto dell’enorme tributo pagato da questo magnifico estrildide per colpa della “spinta alla selezione esercitata dagli ornicoltori al fine di ottenere modificazioni morfologiche e cromatiche(di Ivano Mortaruolo)”.

Credo che ora tocchi a noi allevatori tributare al Diamante di Gould gli onori che merita cercando di riprodurlo in quella creatura che Amerio ha giustamente definito “gioiello del mondo alato” facendo in modo che resti sempre la Poephile admirable di Hombron e Jaquinot.

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